Il Teatro Gerolamo

e la Compagnia Stabile del Teatro Milanese

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Quali cultori del teatro meneghino e ammiratori di quei grandi e spesso poco noti attori che lo hanno animato, avremmo voluto scrivere la storia completa del teatro dialettale milanese. Da dove cominciare però? Forse dai giullari che allietavano le corti degli Sforza? Oppure da Carlo Maria Maggi il quale, vissuto nel 1600, ha saputo mirabilmente descrivere come si viveva al tempo dei Promessi Sposi? O da Giuseppe Moncalvo che, nato a Reggio Emilia, si è rivelato oltre che mirabile attore e capocomico, un perfetto interprete del vernacolo milanese? O dall'avvocato Carlo Righetti, in arte Cletto Arrighi che, assieme a Camillo Cima, attorno al 1870, ha fondato il teatro milanese e che tra i tanti meriti ha avuto quello di scritturare il grande Edoardo Ferravilla? Nulla di tutto ciò, un po' per mancanza di spazio e un po' per paura di cimentarci in un'impresa troppo ardua, ci limiteremo a narrare la storia del teatro milanese del dopoguerra, ed in particolare del Gerolamo. Così racconta un appassionato incontrato per caso tra un atto e l'altro, al bar del teatro stesso, in occasione di uno degli ultimi spettacoli della Compagnia Stabile:

«Sono quasi vent'anni che frequento il Gerolamo e che non perdo neppure una commedia, ricordo che ci sono sempre venuto ad occhi chiusi. Non mi preoccupavo di sapere che cosa c'era in cartellone, ero certo di trovare un piacevole spettacolo e un'ottima recitazione.» Questo capitolo quindi, non lo dedicheremo ad un personaggio, ma al Teatro Gerolamo, al caro, vecchio, piccolo Teatro Gerolamo che, dopo aver divertito i nostri genitori con le marionette della Famiglia Colla, era diventato, per tutti, una garanzia di spettacolo buono e spessissimo divertente. Carletto Colombo infatti, direttore del teatro per tanti anni, aveva una predilezione per i lavori che divertivano il pubblico, facendolo sorridere.

Il teatro ora è chiuso, le autorità lo hanno dichiarato non agibile, la compagnia che ha calcato il suo palcoscenico per quasi vent'anni si è sciolta, però ne è rimasto il ricordo, ricordo che ci porta al lontano 1955. In quell'anno Giorgio Strehler pensa di allestire per il Piccolo Teatro di Milano una nuova edizione de El nost Milan, il capolavoro in dialetto milanese del grande scrittore lombardo Carlo Bertolazzi, rappresentato per la prima volta al Teatro Carcano il 6 febbraio 1898. Strehler riesce a ritrovare e a mettere insieme tanti attori milanesi tutti provenienti dalle varie compagnie dialettali sfasciatesi col fascismo e con la guerra.

Dopo il grande successo de El nost Milan alcuni di questi attori ritrovano la forza di pensare alla rinascita del teatro milanese: in particolare Mara Revel ed Emilio Rinaldi, indimenticabili interpreti, fra i tanti, del capolavoro bertolazziano. Loro, assieme ad un attivissimo amministratore, Gianni Ghedratti, e al direttore artistico, Luciano Ramo, napoletano di nascita, ma innamorato di Milano, danno vita alla Compagnia del Teatro Milanese di ieri e di oggi che debutta con grande successo il 10 luglio 1956 al Teatro Odeon con una comicissima commedia di Guido Bertini El zio matt. Ne è protagonista Emilio Rinaldi, con Mara Revel, Aldo Allegranza, Edgar Biraghi, Giorgio Borghi, Paolo Pampurini, Giuliana Pogliani, Enza Pria, Giuliana Rivera, Mario Rovati e Ada Vaschetti. Segue un altro giallo-comico, sempre di Guido Bertini, El delitt de via Spiga e una novità di Umberto Simonetta e Guglielmo Zucconi El vestii de sposa per la quale entrano nel gruppo Fausto Tommei e Leda Celani. In ottobre la compagnia apre la stagione invernale al Teatro Olimpia e, ai già citati attorno si uniscono Wilma Casagrande, Carlo Ratti, Franco Friggeri.

Tra le commedie messe in scena ricorderemo El Marchionn di gamb avert di Ciro Fontana, lavoro ispirato ad un famoso poemetto di Carlo Porta, protagonista Fausto Tommei. Quindi una commedia di Ferioli Stropaj che vede la partecipazione di Evelina Sironi, due riprese dei classici milanesi La lengua de can di Decio Guicciardi e Retrobottega di Carlo Bertolazzi e una novità di Antonio Greppi La tiranna, protagonista Mara Revel. La compagnia si sposta anche in provincia. Allo scomparso Luciano Ramo subentra alla direzione artistica Angelo Frattini, e l'amministratore, Edgar Biraghi.

Nel 1958 Antonio Ghiringhelli, Antonio Greppi.

Guicciardi, Amelia Locatelli e Severino si costituiscono in comitato e danno vita alla Compagnia Stabile del Teatro Milanese che 20 dicembre del 1958 al Teatro San Erasmo con La serva noeuva di Gerolamo Rovetta, e La luna de mel del sciour Pancrazzi di Edoardo Ferravilla. Seguono due intense stagioni, sempre allo stesso teatro, che vedono molte riprese di vecchie commedie e alcune novità: la compagnia ottiene successi di critica e di pubblico. Dal Sant Erasmo al Teatro Pavoni, poi la Compagnia Stabile del Teatro Milanese trova la propria sede al Teatro Gerolamo. È Edgar Biraghi che nel 1960 porta la compagnia in questo vecchio e glorioso Teatro alla cui direzione trova un altro grande milanese, Carletto Colombo.

Novembre del 1960: la Compagnia Stabile del Teatro Milanese inaugura la stagione con una commedia in due atti di Bertolazzi Il focolare domestico per la regia di Virginio Puecher e un atto di Ferravilla On colp de fulmin, regia di Angelo Frattini. Gli attori fìssi sono: Mara Revel ed Emilio Rinaldi con Aldo Allegranza, Leda Celani, Franco Friggeri, Ennio Groggia, Piero Mazzarella, Ada Minari, Marisa Minelli, Carlo Montini, Giulia Pogliani, Lamberto Puggelli e Lia Rainer. L'allestimento e le scene sono di Remo Baratti che, proveniente da grandi compagnie, metterà a disposizione professionalità ed esperienza per quasi vent’anni. Carletto Colombo diventerà un appassionato direttore artistico e, spinto da un autentico amore per le tradizioni teatrali milanesi, porterà avanti il discorso sul teatro dialettale, dedicandosi alla ricerca di nuovi e validi autori.

La stagione '60 '61 continua con una novità: Galbusada e figlio di Dino Falconi, due riprese: I dent eremita di Carlo Terron e L'anima travasada Guido Bertini. In primavera, il Gerolamo interrompe la propria attività per qualche settimana. Tutti gli attori della compagnia vengono scritturati dal Piccolo Teatro per l'allestimento di una nuova de El nost Milan da rappresentarsi a Bologna e a Roma. Quindi la compagnia rientra in sede mette in scena una novità di Greppi: I saresett per la quale Carletto Colombo firma la sua regia, a quella seguiranno alcune riprese di commedie di successo.

E la Compagnia è ancora tutta impegnata per El nost Milan, che viene rappresentato a Milano a Torino e riapre la stagione al Gerolamo solo il 4 gennaio del '62 con una novità di Carlo Terron:

El brillant de Maomett, per la regia di Silverio Blasi. Segue un'altra novità di Carlo Maria Pensa Il Ligera e una ripresa di un grande successo comico El zio matt protagonista Elio Provetto, sempre per la regia di Carletto Colombo. Alla Compagnia si sono aggiunte la bravissima Elena Borgo e la giovanissima Anna Priori. La commedia El zio matt segna l'ultima apparizione sulla scena della grande Mara Revel.

In giugno la compagnia è ancora impegnata col Piccolo Teatro per le repliche a Parigi de El nost Milan per il Festival del Teatro delle Nazioni. Il capolavoro di Carlo Bertolazzi, per la regia di Giorgio Strehler, vince il primo premio.

In autunno alcuni attori della Milanese lavorano al Piccolo Teatro per la messa in scena de L'eredità del Felis di Luigi Illica, regia di Virginio Puecher. tra gli interpreti Emilio Rinaldi, Valentina Cortese. Piero Mazzarella ed Elena Borgo.

Soltanto nel gennaio del '63 si apre la stagione al Gerolamo con una ripresa de On animal de controll di Guido Bertini, a cui segue una novità di Ciro Fontana: El testament, regia di Filippo Crivelli, scene di Nicola Benois, con la partecipazione straordinaria di Adriana Asti. Poi altre due novità: Chì comandi mi di Antonio Greppi, per la regia di Enzo Convalli e I brandinej di Carlo Maria Pensa. In estate felice passaggio della compagnia al Teatro Odeon con la ripresa di un grande successo comico: I dent de l'eremita di Carlo Terron, regia di Colombo, scene di Remo Baratti.

Nel dicembre del 1963 la nuova stagione della sempre più stabile e affermata Compagnia Milanese si apre con la ripresa di una comicissima commedia musicale di Cletto Arrighi El barchett de Boffalora, nella trascrizione di Ciro Fontana, per la regia di Filippo Crivelli, scene di Enrico Job, musiche di Fiorenzo Carpì e con la partecipazione della grande Milly e di Enzo Jannacci allora alle prime armi.

Gli attori sono i soliti, più altri che via via si avvicendano come Marilena Possenti, Rino Silveri, Augusto Soprani, e più tardi: Livio Acerbi ed Edmondo Sannazzaro.

La stagione prosegue nel gennaio del 1964 con una novità di Severino Pagani: El Rico de Porta Garibaldi, per la regia di Carletto Colombo, quindi viene messa in scena una rievocazione della figura feravilliana de El tecoppa, autori Carlo Maria Pensa e Carlo Silva, regia di Silva, protagonista Piero Mazzarella. Due altre riprese chiudono la fortunata stagione: El fradell de doò sórell di Eligio Possenti e On marii per la mia tosa di Ambrogio Luna. La ricerca appassionata di nuovi autori da parte Carletto Colombo non ha soste ed ecco che nel novembre del 1964 il Gerolamo riapre con una novità di Luigi Santucci L'Arca di Noè, regia di Filippo Crivelli, scene di Nicola Benois, protagonista Paola Borboni. Segue un'altra novità di Carlo Maria Pensa, I Stemegna, regia di Colombo.

Nel febbraio del '65 viene commemorato Edoardo Ferravilla, nel cinquantenario della morte, con una trilogia di atti unici, adattamento e regia di Carlo Silva: La class di asen, La prova interrotta e El zio Camola, le musiche sono di Franco Nebbia. La stagione chiude felicemente con un'altra novità: I padron de cà di Sandro Bajini, la regia delicatissima è di Carletto Colombo.

Stagione 1965-'66: in ottobre, festosa apertura co la novità di Severino Pagani La gesetta del Pasquiroeu, che vede la partecipazione di Tino Scotti a fianco di Mazzarella. Regia di Carletto Colombo, assistente l'instancabile Pitta De Cecco.

Nel gennaio del '66 altra novità On galantomm in tribunal di Antonio Greppi, regia di Pitta De Cecco. Poi, di Paolo Umberto Quintavalle, La roeuda la gira, regia di Crivelli e una ripresa di Giovanni Cenzato I ultim belèe.

Dopo la parentesi estiva al Teatro Odeon, con una novità di Gigi Lunari, la Compagnia Stabile riapre la stagione al Gerolamo, nell'ottobre del 1966, con una commedia di Luigi Santucci Noblesse obblige. Seguirà un'altra novità: Sciambola di Ciro Fontana, per la regia di Pitta De Cecco e con la partecipazione di Tino Scotti. Nel gennaio del 1967 altra importante novità di Carlo Maria Pensa I pover crist, commedia grottesca che vede impegnati Piero Mazzarella, Elena Borgo, Ennio Groggia, Leda Celani, Giuliana Pogliani, Marilena Possenti e molti altri. Nell'aprile dello stesso anno, la Compagnia Stabile Milanese, per conto del Comune di Milano e dell'Ente Manifestazioni Milanesi, commemora Carlo Bertolazzi al Teatro Odeon con una bellissima edizione de L'amis de tutti, regia di Colombo e Pitta De Cecco, scene di Nicola Benois.

La nuova stagione teatrale 1967-'68 vede la Compagnia riaprire in autunno il Gerolamo con una allegrissima commedia di Dino Falconi Su e giò, a cui seguono due novità: la prima di Raffaele Medetti El sciopero de la beneficenza, la seconda di Severino Pagani Magattej. Organizzatore e amministratore infaticabile è Franco Friggeri.

Durante l'estate del 1968 la Compagnia collabora con il Piccolo Teatro per la messa in scena al Castello e a Villa Litta de Il Barone di Birbanza di Carlo Maria Maggi.

Ed eccoci alla XII stagione della Compagnia Stabile del Teatro Milanese, autunno 1968 - primavera 1969, all'insegna di novità assolute. Si parte con commedie comicissime, prima El mè amis terron di Beretta, quindi On scherz de pret di Greppi, poi Quel balos d'on Menenio Agrippa di Giuseppe Mezzera, sono sempre Carletto Colombo e Pitta de Cecco a firmare le rispettive regie.

Nell'autunno del 1969 la compagnia ritorna alla piccola sede del Gerolamo e presenta per la prima volta un programma biennale. Debutta a fine settembre con una novità dì Giordano Pitt L'Amleto del Corvett che vede la partecipazione di Lucio Flauto che resterà al Gerolamo per tutta la stagione. Piero Mazzarella si è staccato dalla Compagnia per seguire una propria strada. In novembre, per il 40' anniversario della sua prima rappresentazione, viene rimessa in scena L'anima travasada di Bertini, quindi nel gennaio del 1970, una novità assoluta di Ciro Fontana: Sabet grass a la Baginna che riscuote un particolare successo comico, segue un'altra novità: Danèe di Emilio Mangini e: Oh Milan speranza dora di Piero Campolunghi e Carletto Colombo che continuerà ad essere il regista ufficiale, coadiuvato dalla fedele Pitta De Cecco.

Ed eccoci al settembre del 1970, XIV stagione. Edgar Biraghi sostenitore instancabile della compagnia, è scomparso, resta di lui un ricordo, nei componenti della compagnia, che li legherà sempre di più al Gerolamo. La stagione ha un inizio felicissimo con una novità di Walter Valdi e Carletto Colombo: Ciappa el tram balorda, tra gli interpreti lo stesso Walter Valdi e, per la prima volta, Sergio Renda che darà alla Compagnia tutta la sua irruenza e simpatia per quattro stagioni. Moltissime le repliche. Si continua con altre novità: La gheiscia de Porta Cinesa di Giuseppe Mezzera e I balabiott di Raffaele Medetti. Per ultimo lavoro, nella primavera del 1971, una delicata commedia di Eligio Possenti Ona villetta in periferia con la partecipazione straordinaria di Milly, questa volta la regia è di Enzo Convalli.

Passiamo all'ottobre del 1971, XV stagione, con la ripresa di un classico del teatro milanese La lengua de can, ovvero la cambiale, del grande scrittore Decio Guicciardi, protagonista Sergio Renda, co-protagonista Leda Celani.

Con questo lavoro entra in Compagnia Roberto Marelli che l'anno seguente applaudiremo anche come autore. In dicembre, secondo spettacolo comicissimo: I danee di pret vann in ciel di Emilio Mangini, a cui seguirà in febbraio un'altra interessante novità di Pensa: N come nessuno, scene di Remo Baratti.

Autunno del 1972, XVI stagione: felicissimo inizio con una commedia di grande successo comico El fioeu di scires di Roberto Marelli, il trio: Sergio Renda, Roberto Marelli, Elena Borgo miete applausi calorosissimi. Nel gennaio del 1973 ancora una novità di Severino Pagani La locanda del Berin e quindi, a chiusura della stagione, la ripresa di una commedia decisamente importante nella storia del Teatro Milanese Ona famiglia de cilapponi di Carlo Pisani Dossi, per la regia acutissima di Carlo Maria Pensa, scene e costumi di Nicola Benois. Tra i validissimi interpreti anche Iris De Santis. È questo uno degli spettacoli maggiormente esaltati dalla critica.

La stagione 1973-'74 offre, come primo lavoro, una commedia di Peppino De Filippo, Quel campett del Signor nell'adattamento in milanese di Carletto Colombo, che ne cura come al solito la regia: grosso successo comico, protagonista Sergio Renda affiancato da un impagabile Roberto Marelli. Repliche tantissime. Segue nel febbraio '74 la ripresa di un classico del repertorio milanese: La torta di Decio Guicciardi, regia di Pitta De Cecco, scene di Nicola Benois.

Settembre 1974: XVIII stagione al Teatro Gerolamo: la Compagnia Stabile del Teatro Milanese, quale riconoscimento per la sua instancabile attività, diventa Ente Autonomo. Apre la stagione con una commedia di Carlo Bertolazzi da tempo non rappresentata El diavol e l'acquasanta, protagonisti Tino Scotti e Carlo Montini, scene di Remo Baratti. Nel gennaio del '75, la novità assoluta di Severino Pagani Quel todescon d'on Arcivescov, per la regia di Pitta De Cecco, protagonista Carlo Moritini. In aprile, un grottesco di Roberto Marelli Occio al colera, scene di Remo Baratti.

E arriviamo alla XIX stagione: ottobre 1975: la Compagnia presenta un classico di Carlo Bertolazzi, Il successore, riduzione e regia di Carlo Maria Pensa, scene di Mario Donizetti, tra gli interpreti Anna Priori, Leda Celani, Roberto Marelli e Remo Varisco che resterà in compagnia per tutta la stagione. Poi la ripresa di una esilarante farsa di Carlo Terron: El brillant de Maomett, per la regia di Pitta De Cecco, segue in gennaio del '76 la ripresa de I padron de cà di Bajini, interpreti principali Remo Varisco e Leda Celani.

 XX stagione. Nel settembre 1976 viene messa in scena una novità di Carletto Colombo che tante regie, traduzioni, adattamenti, collaborazioni, per la prima volta si firma quale unico autore. Titolo: On operari, protagonista Roberto Marelli.

Segue un'altra novità Ciao Farfall, se tira giò la cler di Carlo Terron, ridotta in milanese da Colombo, gli interpreti Livio Acerbi, Leda Celani e Giuliana Pogliani. Nel febbraio del '77 un'altra Mezz liter de champagne di Emilio Mangini, protagonista Elena Borgo. Nell'aprile del '77 viene messo in scena, con successo di critica e di pubblico, un lavoro tratto da Chicchignola di Ettore Petrolini col titolo de Quell di balonitt, riduzione in milanese di Colombo e Marelli, interpreti lo stesso Marelli con Anna Priori e Alberto Rossetti. Le musiche sono di Roberto Negri e le scene di Gino Mintrone.

Ed eccoci al settembre del 1977: si festeggia la XXI stagione al Teatro Odeon con un grande spettacolo ispirato al mondo poetico di Carlo Porta: I desgrazi de Giovannin Bongee di Ciro Fontana, protagonista Nanni Svampa, regia di Crivelli, scene di Gianni Quaranta, costumi di Dada Scaligeri.

 Cominciano i momenti difficili: in autunno la compagnia lascia il glorioso Gerolamo e inaugura la nuova sede del Cineteatro Milanese di via Ciro Menotti mettendo in scena lo stesso spettacolo dato all'Odeon. In dicembre, una novità di Gianni Brera: Mila e mai pù mila, per l'ennesima volta la regia è di Carletto Colombo e Pitta De Cecco le scene e i costumi sono di Nicola Benois. Seguono due riprese: Quell campett del Signor e Quell di balonitt. Nel marzo del 1978 termina la stagione che sarà anche l'ultima.

 

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